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Emisferi di Magdeburgo

Lo strumento, risalente alla prima metà del XIX Secolo, consiste in due semisfere cave in ottone, che combaciano perfettamente in modo da formare, una volta messe a contatto, una sfera cava completamente chiusa. 
Uno dei due emisferi presenta un rubinetto che, collegato ad una pompa aspirante, consente di estrarre tutta l'aria contenuta nella sfera ottenuta dall’unione delle due semisfere iniziali.
Questo strumento consente di dimostrare l'esistenza e l'intensità della pressione atmosferica; infatti, una volta fatto il vuoto nella sfera risultante, i due emisferi possono essere separati solo applicando una notevole forza, in quanto la pressione atmosferica esterna che agisce sulla sfera non è più compensata dalla pressione interna.

 

Approfondimento

Gli Emisferi di Magdeburgo furono progettati nel 1650 da Otto von Guericke, che, durante l’esperimento, dovette separare le due semisfere solo con gli sforzi congiunti di due tiri di otto cavalli. Le ricerche di Otto von Guericke permettono di annoverarlo tra coloro che demolirono la teoria dell'horror vacui, secondo la quale la natura aborrisce il vuoto. Egli quindi si inserisce, con i propri esperimenti, all'interno di una problematica filosofica e scientifica che risale all'antichità. Non limitandosi a produrre il vuoto, ne investigò le proprietà, dimostrando che la luce si propaga attraverso uno spazio vuoto, a differenza del suono. 

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