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Branchiostoma
L'anfiosso, Branchiostoma lanceolatum, è un Cordato del subphylum dei Cefalocordati, caratterizzati da una corda dorsale o notocorda, che si estende sino all'estremità anteriore del corpo, e che è considerata la struttura da cui, nei vertebrati, origina la colonna vertebrale. L'anfiosso è considerato il modello più semplice per illustrare i caratteri diagnostici dei cordati: la notocorda, il cordone nervoso dorsale superiore alla notocorda, le fenditure branchiali nella faringe, la coda cospicua estesa posteriormente all'ano e la muscolatura costituita da miomeri. Sebbene il Branchiostoma lanceolatum non superi i 3-5 cm di lunghezza, ha una struttura anatomica abbastanza complessa. Questo modello in legno descrive quest'ultima in modo preciso e minuzioso. Il corpo del branchiostoma lanceolatum è fusiforme, simile ad una lancetta, ed è compresso lateralmente: la parte anteriore termina con un rostro molle e sotto questo si apre la bocca ovale, circondata da cirri forniti di ciglia e di cellule sensitive. E' sprovvisto di pinne pari e sul dorso ha una cresta che raggiunge l'estremità del rostro e che contorna la bocca. La stessa cresta posteriormente si unisce alla pinna codale, che a sua volta si unisce a quella ventrale e si prolunga fino al polo addominale. Dallo stesso polo addominale vi sono due pieghe laterali cave, chiamate metaplèure. Non ha orecchie, narici esterne e occhi. Le aperture branchiali si aprono nella cavità peribranchiale che comunica con l'esterno attraverso il poro addominale. L'apertura anale è situata alla base della pinna codale. La pelle è costituita da uno strato di cellule e per questo sembra trasparente tanto da far vedere gli organi interni.
Leptolepis sprattiformis
Leptolepis rappresenta un genere di pesci, vissuti nel Giurassico, rinvenuti in vari giacimenti di Africa, Europa, Asia, Australia, Sudamerica e Nordamerica.
Rappresentano il primo esempio vero e proprio di teleostei evoluti. Rispetto agli antenati il genere presentava importanti innovazioni morfologiche: lo scheletro era completamente ossificato e il corpo era ricoperto da squame cicloidi sottili e embricate, generalmente provviste di un leggero strato di ganoina, arrotondate e prive di smalto. che consentiva ai pesci di nuotare meglio a causa della maggiore idrodinamicità e leggerezza; la flessibilità della colonna vertebrale totalmente ossificata permetteva un movimento veloce, tipico di gran parte dei successivi pesci ossei.
Al genere Leptolepis per lungo tempo furono ascritti numerosi fossili di pesci teleostei di piccole dimensioni del Giurassico e del Cretaceo; successivamente classificati in diversi generi.
La specie Leptolepides sprattiformis, vissuta nel Giurassico superiore, è di piccole dimensioni; caratterizzata da una lunghezza non superiore a 7-8 cm, simili a quelle di una sardina o di uno spratto, da cui il nome specifico. Le pinne pari erano di dimensioni medie, quella dorsale piuttosto arretrata, quella caudale profondamente biforcuta.
La specie Leptolepides sprattiformis è la più comune specie di pesci ritrovata nei giacimenti fossiliferi di Solnhofen e Eichstaett in Germania e Cerin in Francia; si rinviene spesso in grandi quantità in singole lastre e ciò suggerisce che questi animali avessero comportamenti gregari; probabilmente vivevano in acque superficiali e si nutrivano di plancton.
Curiosità:
Leptolepis, ovvero "scaglia bella" o "scaglia delicata" dal greco composto di λεπτός «sottile» e λεπίς -ίδος «squama»
Monograptus
I Graptoliti rappresentano un gruppo, oggi estinto, di organismi marini appartenenti al phylum degli Emicordati, ovvero organismi caratterizzati dalla presenza di una stomocorda, una primitiva struttura di sostegno, rigida, interna all’organismo, con funzione e posizione simili alla notocorda dei Cordati.
I graptoliti sono fossili guida del Paleozoico, poiché sono caratterizzati da una distribuzione temporale molto limitata, da un'ampia distribuzione geografica e da un elevato numero di specie: il loro rinvenimento entro un sedimento consente, dunque, di individuare l'età del sedimento. Gli organismi più importanti dal punto di vista paleontologico appartengono agli ordini Dendroidea, ampiamente diffuso tra il Cambriano e il Carbonifero e Graptoloidea, diffuso tra Ordoviciano e Devoniano.
I graptoliti erano animali esclusivamente coloniali che potevano essere bentonici, dunque fissati a un substrato, o planctonici, a costituire colonie galleggianti.
La struttura generale è simile per tutte le specie: ciascun animale, zooide, di dimensioni millimetriche, aveva corpo vermiforme e alloggiava all'interno di una struttura tubulare detta teca; le teche erano tenute insieme da un sottile stelo rigido detto virgula, a formare i rami della colonia, i rabdosomi, che si accrescevano per gemmazione a partire da una piccola struttura embrionale cava detta sicula. Nelle forme planctoniche i rami della colonia si fissavano, mediante la virgula, a una struttura galleggiante, lo pneumatoforo, simile all'ombrello di una medusa.
Monograptus è un genere dell'ordine dei Graptoloidea e della famiglia dei Monograptidae, rinvenuto nei sedimenti rocciosi marini del Siluriano, di cui rappresenta un ottimo fossile guida. Monograptus era una tipica forma planctonica che galleggiava in mare aperto; le colonie avevano un solo ramo che poteva assumere forme diverse (rettilinea, ricurva, spiralata) di grande importanza per la classificazione delle specie.
Per lo più i Graptoliti si trovano sulla superficie di stratificazione di scisti argillosi neri, sotto forma d'impronte schiacciate. Sia i Dendroidea che i Graptoloidea sono molto diffusi in tutti i continenti; in Italia esistono formazioni a graptoliti localizzate, essenzialmente, nelle Alpi Carniche ed in Sardegna.
Curiosità:
Sono stati a lungo considerati solo resti organici e riconosciuti come veri e propri organismi animali nel 1821. Il loro nome ("scrittura di pietra") deriva dalla loro particolare forma, simile a una scrittura cuneiforme.
Trilobita
Il trilobita è un fossile artropode di ambiente marino e costituisce classe a parte.
La distribuzione geografica è molto varia in quanto questo tipo di fossile è ritrovabile in tutti i continenti quindi molto probabilmente i trilobiti erano presenti in tutti i mari ed oceani di epoca Paleozoica. I trilobiti sono vissuti nell'era paleozoica per circa 270 milioni di anni.
Sono animali con un'alta segmentazione metamerica, si possono dividere in tre lobi, uno centrale e due laterali, e tre sezioni longitudinali: il capo o cephalon, il torace o thorax e quello che viene chiamato "pygidium". Presentano un paio di occhi composti sul capo, svariate coppie di arti lungo il corpo e variano di dimensioni : da qualche millimetro a 60, 70 cm anche se generalmente non superano una decina di centimetri. Questi artropodi marini vivevano sui fondali da qualche metro di profondità fino a 200 metri. Si ritiene che alcuni trilobiti fossero capaci non solo di muoversi sul fondale ma anche di nuotare, e usavano scavare nel fondale alla ricerca di cibo o rifugio.
Grazie alla così ampia distribuzione geografica, popolarità e rapidità di evoluzione dei trilobiti essi sono considerati fossili guida. I fossili guida sono fossili che permettono la datazione delle rocce nelle quali vengono ritrovati con una decente approssimazione. L'evoluzione rapida serve proprio per rendere il meno approssimativa possibile questa datazione. I trilobiti vengono utilizzati per l'attribuzione della datazione all'epoca Paleozoica.
Curiosità: Il nome Trilobite dal greco τρίλοβος : "a tre lobi" si riferisce alla loro peculiare segmentazione a tre lobi.