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Gufo reale
Il gufo reale( Bubo Bubo) è uno strigiforme ,della famiglia degli Strigidi
Il gufo reale è il rapace notturno più grande d'Europa, con una lunghezza di 65-70 cm e un'apertura alare da 1,60 fino a 2,5 metri. Ha occhi frontali con iride giallo-arancio, sormontati da lunghi ciuffi di penne erettili.
Il piumaggio è bruno striato di nero superiormente e giallo scuro inferiormente. I grandi occhi frontali aiutano ad individuare la preda in scarsità di luce e permettono di valutarne la distanza; ha un collo molto flessibile che permette di girare la testa di oltre 180 gradi. Gli ambienti frequentati tipicamente dal Gufo Reale sono rappresentati da ampie radure inframmezzate a boschi e possibilmente in prossimità di pareti rocciose che utilizza come siti di nidificazione. Si nutre di mammiferi e uccelli di piccola e media grandezza. Come per gli altri Strigiformi , le prede vengono ingoiate intere e successivamente vengono rigurgitate le parti indigeste sotto forma di borre. Il nome latino della specie, Bubo bubo, è certamente di origine onomatopeica, prendendo origine dal verso più tipico e frequente del maschio, udibile per oltre un kilometro.
Barbagianni
Il barbagianni, Tyto alba, è un uccello dell’ordine degli Strigiformi e della famiglia dei Tytonidi.
Il piumaggio candido e il disco facciale a forma di cuore rendono questo rapace notturno ben noto agli abitanti delle zone rurali. Presenta una lunghezza totale di circa 39 cm e un’apertura alare di circa 95 cm. Le parti superiori sono fulvo dorate, finemente macchiettate mentre le parti inferiori sono bianche senza strie. Quando si posa, le lunghe zampe divaricate ed il grosso capo sono caratteristici. Il barbagianni è un cacciatore notturno e crepuscolare, e si nutre soprattutto di piccoli roditori. Ha un volo leggero, ondulante e particolarmente silenzioso, grazie alla struttura delle remiganti e alla forma arrotondata delle ali. Il verso è un lungo e ripetuto ghigno rauco. Nidifica nelle costruzioni rurali, nei campanili, nelle rovine. La sua azione, con la caccia, sulla regolazione del numero di piccoli roditori lo rende ben accetto dagli abitanti delle zone rurali.
L'etimologia del nome è tuttora incerta. L'ipotesi più probabile è che l'espressione sia un composto derivante dal latino barba, “peluria”, e gena, “gote”, in riferimento alle piccole piume sparse attorno agli occhi di questi uccelli.
Folaga
La fòlaga è un uccello della famiglia dei Rallidi, esso presenta, per entrambi i sessi, piumaggio nero azzurro sul dorso, nero brillante sul capo, sul sottocoda e sulla coda, mentre le parti inferiori sono di colore grigio-lavagna.
Il becco, relativamente piccolo, è di color avorio. Sulla fronte presenta una caratteristica estensione carnosa bianca, detta scudo frontale. Ha corpo di medie dimensioni e raggiunge una lunghezza di circa 38 cm.
I maschi, riconoscibili dallo scudo frontale un po' più grande, raggiungono un peso fino ai 600 grammi. Le femmine raggiungono un peso di 800 grammi. I giovani sono grigio bruno con gola e parte alta del petto bianche.
Le zampe, grigio-verdi, terminano con lunghe dita lobate, con falangi portanti, su ciascun lato, espansioni carnose a contorno semicircolare e ricoperte di piccole squame. Tale adattamento, caratteristico di uccelli acquatici, consente alle folaghe di essere abili nuotatrici e di correre sulla superficie dell'acqua per alzarsi in volo. L'alimentazione è onnivora, costituita prevalentemente da piante e invertebrati acquatici. Il voluminoso nido, che galleggia sull'acqua in prossimità delle rive, è costruito sia dal maschio che dalla femmina, utilizzando canne, giunchi ed altro materiale vegetale. Vi vengono deposte da 6 a 9 uova che vengono covate anche dal maschio per circa 22-24 giorni; i pulcini sono accuditi dalla femmina e nutriti dal maschio fino a un mese d'età.
Curiosità
Il nome deriva probabilmente dal latino fuligo-fuliginis, scuro fuligginoso, confermato da atra, scura che è il nome della specie.
Le immagini sono gentilmente concesse da
BIOLOGIAMARINA.ORG, LE SPECIE DEL NOSTRO MARE
https://www.biologiamarina.org/
Germano Reale
Il germano reale o Anas platyrhynchos è un uccello appartenente all’ordine Anseriformi e alla famiglia degli Anatidi. Un esemplare adulto può raggiungere i 65 cm di lunghezza.
Il maschio compie nel corso di un anno solare ben due mute delle proprie piume. Durante il periodo nuziale il capo e la parte superiore del collo sono di color verde iridescente, uno stretto collare bianco a metà del collo separa la verde testa dal petto e dalla parte superiore del dorso che sono di un colore bruno-porporino; i fianchi e il ventre sono argentati.
Al termine della stagione riproduttiva, in estate, avviene la seconda muta del maschio che assume una livrea simile a quella della femmina.
La femmina ha colori mimetizzanti: macchiata di bruno e marrone scuro, sopracciglio marrone scuro, gola beige; i fianchi hanno una colorazione beige e marrone; le penne timoniere sono beige con righe marroni e, lo specchio è blu-violaceo bordato di bianco, le zampe e il becco sono di colore arancione spento, meno vivo rispetto a quelle del maschio.
Ha per caratteri esteriori il corpo robusto, il collo corto, il becco largo e piatto, poco convesso e con la punta assai arrotondata; possiede inoltre zampe di media lunghezza che si innestano alla metà del tronco, ali abbastanza lunghe e coda tondeggiante. Le zampe palmate permettono al germano reale di muoversi con agilità in acqua e di immergersi facilmente tenendo a galla la parte posteriore del corpo grazie all'aiuto della coda.
La forma "a chiodo" della punta del becco viene utilizzato per staccare le piante dal suolo e cacciare delle piccole prede. Il germano reale può anche cibarsi di minuscoli animali filtrando l'acqua e il fango attraverso l'utilizzo di lamelle trasversali a forma di pettine presenti all'interno del becco.
Vive nelle zone umide d'acqua dolce e si porta sulla terra ferma soltanto per la nidificazione, la caccia di lucertole ed il riposo. Abita tutte le regioni temperate e subtropicali dell'America settentrionale, dell'Europa e dell'Asia.
Curiosità:
Il periodo della riproduzione è assai precoce, con formazione delle coppie già in pieno inverno e nidificazione a partire da febbraio. In prossimità dell'acqua, ben nascosto dalla vegetazione, la femmina costruisce il nido, ove depone da 8 a 12 uova che cova per 28 giorni. I giovani sono accuditi dalla madre per circa due mesi, mentre il maschio si limita alla sorveglianza della famiglia. Depone di norma una volta all'anno.
E’ un ottimo volatore, prima della stagione invernale effettua lunghe migrazioni verso sud; gli stormi si dispongono a forma di cuneo.
Rigogolo
Il rigogolo, Oriolus oriolus, è un uccello dell’ordine dei Passeriformi e della famiglia degli Oriolidi Può raggiungere 22 cm di lunghezza e 70 grammi di peso ed è conosciuto anche con il nome più comune di Oriolus Oriolus. È caratterizzato da un evidente dimorfismo sessuale: mentre il maschio presenta un colore giallo-nero, la femmina è distinguibile per le tonalità giallo-verdi più mimetiche, con striature grigie sul ventre. È diffuso in Europa, Asia, Africa; in Italia è presente in tutto il territorio. Il suo habitat è costituito da boschi di latifoglie al di sotto dei 1800 metri, ma si trova anche nelle città. Il rigogolo è un uccello dalle abitudini diurne, che passa la maggior parte del tempo alla ricerca di cibo fra i rami bassi, al suolo o nel sottobosco, dimostrandosi piuttosto vivace anche se molto timido e facile allo spavento, sparendo nel folto della vegetazione o allontanandosi in volo al minimo cenno di disturbo. Questi uccelli sono ghiotti di insetti. Integrano inoltre la propria dieta anche con altro materiale di origine vegetale, come boccioli, bacche, frutti e fiori.
Curiosità:
La stagione riproduttiva è annunciata da una frenetica attività con inseguimenti e combattimenti. La formazione della coppia avviene dopo un corteggiamento da parte del maschio, che segue da vicino la femmina in ogni suo spostamento tra la vegetazione. Avvenuto l’accoppiamento viene scelto il sito ove costruire il nido, in genere all’estremità di un ramo di un albero lontano dal tronco e piuttosto in alto. È compito della femmina la costruzione del nido a forma di “amaca”, formata da una fitta trama di foglie, erba, rametti, terra. Tale struttura è assai solida e può venire utilizzata per più anni. Nell’anno compie in genere una covata, eccezionalmente due.
Airone Cenerino
L'airone (ardèa cinerea) è un uccello della famiglia degli ardeidi, comunemente denominato “Airone Cenerino”. Tale nome deriva dalla cittadina di Ardea da cui, come narra Ovidio, si levò in volo un airone dopo che Enea ridusse la città in cenere.
Questo volatile raggiunge da adulto notevoli dimensioni con una statura di circa 95 centimetri e un'apertura alare di circa 1,70 metri. Ha zampe e becco di color giallo, mentre il piumaggio è grigio superiormente e bianco inferiormente.
L'adulto ha piume nere sul collo e un ciuffo nucale nero molto evidente che si diparte dalla sommità posteriore e superiore dell'occhio, mentre nei giovani predomina il colore grigio.
Non vi sono segni particolari per distinguere le femmine dai maschi; solitamente i maschi sono un po' più grandi. Come tutti gli aironi, vola tenendo il collo ripiegato a S.
L'airone cenerino si nutre di pesci, rane, girini, bisce d'acqua, crostacei, molluschi, insetti acquatici, piccoli mammiferi e di piccoli di altri uccelli.
È un animale attivo sia di giorno che di notte, e per nutrirsi si sposta anche di decine di chilometri dal luogo di nidificazione o dal dormitorio.
È diffuso nelle zone temperate del Vecchio Mondo, a eccezione delle zone artiche e dei deserti, e vive in Europa, Africa e Asia occidentale, Asia orientale e Madagascar.
Questo uccello preferisce habitat dalle acque basse, come risaie, canali, fiumi, laghi e coste marine. Si trova generalmente in pianura, ma occasionalmente si può spingere anche a più di 3000 m di quota. Infine si può dire che nidifica in colonie , definite garzaie, realizzate in luoghi protetti, alberati e generalmente vicini all'acqua.
Curiosità:
La ricerca del cibo viene effettuata in acque profonde fino a 60 cm grazie alla lunghezza dei suoi arti. È noto anche come ‘campione di pazienza ‘per la sua tecnica di caccia particolarmente interessante: caccia stando immobile sovente su una sola zampa nell'acqua ed una volta localizzato il pesce esso viene afferrato, lanciato in aria e successivamente inghiottito dal capo, così evitando l'apertura delle scaglie.
L’Ardea cinerea è particolarmente conosciuto per il suo caratteristico modo di volare: vola lentamente con il collo incurvato all’indietro, come a formare una ‘s’ tenendo le ali a forma d’arco e le zampe stese.
Civetta
La civetta è un rapace notturno di piccole dimensioni, ha lunghezza di circa 21 cm e apertura alare di 53-59 cm. Esso ha forma tozza, capo largo e appiattito senza i ciuffi auricolari tipici del gufo, presenta grandi occhi con iride gialla. La parte superiore è grigio-bruno macchiata di bianco mentre in quella inferiore è prevalente il bianco, macchiato di bruno. Le lunghe zampe sono parzialmente rivestite di setole. Si nutre soprattutto di insetti e piccoli roditori che, come tutti gli strigiformi, è capace di ingoiare interi. Le sue abitudini non sono solo notturne, così è possibile osservarla mentre caccia anche di giorno. Il canto della civetta, a differenza di tutti gli altri rapaci notturni, è molto articolato e complesso ed è composto da messaggi sonori diversi che vengono usati in periodo riproduttivo o come segnali territoriali. Essendo una specie prevalentemente insettivora risente molto dell'uso di pesticidi che riducono la disponibilità di prede.
Curiosità
Nell'antico Egitto si credeva che il suo verso fosse presagio di morte e durante il medioevo veniva associata alla stregoneria. Nell'antica Grecia la civetta era considerata sacra alla dea Atena (da cui il nome del genere Athene) dea della sapienza, definita spesso nella poesia arcaica "Atena dagli occhi di civetta". La civetta è anche l'emblema della città di Atene, che proprio in Atena aveva la sua dea protettrice: le monete di Atene recavano spesso l'effige della civetta. Il nome della specie A. noctua ribadisce la sua natura di uccello notturno.
Per altre culture ancora, il significato simbolico della civetta cambiava a seconda della giornata in cui si presentava il volatile. Se veniva vista di giorno presagiva morte e disgrazia, se invece veniva vista di notte, la civetta portava buona fortuna.
Con il termine civetta si intende anche una donna vanitosa, leggera, che ama farsi corteggiare attraendo ammiratori con atti e vezzi per lo più leziosi e poco naturali. Questa usanza è data dal fatto che questo rapace, quando veniva usato dai cacciatori come richiamo per ingannare i piccoli passeriformi, li attraeva con un particolare modo di battere le ali, con inchini, ammiccamenti e altri atteggiamenti simili che costituisce un irresistibile spettacolo per le potenziali prede.
È un mito che le civette, come i gufi, possano ruotare la testa di 360 gradi. Questi uccelli possono effettivamente girare il collo di 135 gradi in entrambe le direzioni, il che dà loro 270 gradi di movimento totale. Secondo gli scienziati, adattamenti ossei, vasi sanguigni con serbatoi contrattili e una rete vascolare di supporto consentono alle civette di girare la testa così tanto senza far mancare mai sangue al cervello.
Differentemente dalla maggior parte degli uccelli, le civette non fanno praticamente rumore quando volano. Hanno piume speciali che spezzano la turbolenza in correnti più piccole, riducendo il suono. Le loro ali morbide e vellutate riducono ulteriormente il rumore.
Fagiano argentato
Il Fagiano argentato è un uccello della famiglia dei Fasianidi e appartiene al genere Lophura. Le sue dimensioni vanno da 75 a 110 cm. Possiede una lunga cresta che ricade in gran parte sulla nuca ed un mento ed una gola neri che proseguono con un ventre di colore blu-nero brillante. Le regioni superiori del corpo sono interamente bianche, striate di nero sui fianchi. La coda, molto lunga e bianca, è parzialmente striata di nero. Una delle sue caratteristiche più notevoli sono le caruncole facciali di colore rosso vivo che costituiscono uno degli attributi essenziali della parata nuziale. I fagiani argentati acquisiscono totalmente il loro sgargiante piumaggio solamente nel corso del secondo anno di età. I maschi di un anno presentano spesso numerose macchie nere sul petto, mentre il resto del loro corpo è ricoperto da una livrea bruna con strisce di colore grigio chiaro. Le femmine, invece, presentano una colorazione generale bruno-oliva. Le striature ventrali variano da un esemplare all'altro ed è estremamente raro trovare due femmine dall'aspetto simile. Le caruncole facciali sono più ridotte e di colore più chiaro. Il becco è grigio e le zampe sono rosse. Gli esemplari maschi immaturi somigliano molto alle femmine, ma presentano spesso colori più chiari o sbiaditi. Il Fagiano Argentato è originario della penisola Indocinese e delle zone Orientali e Meridionali della Cina ma è stato introdotto in alcune località degli Stati Uniti e nelle isole Hawaii. Predilige le praterie, boschetti di bambù o foreste di montagna di latifoglie.
Civetta
La civetta è un rapace notturno di piccole dimensioni, ha lunghezza di circa 21 cm e apertura alare di 53-59 cm. Esso ha forma tozza, capo largo e appiattito senza i ciuffi auricolari tipici del gufo, presenta grandi occhi con iride gialla. La parte superiore è grigio-bruno macchiata di bianco mentre in quella inferiore è prevalente il bianco, macchiato di bruno. Le lunghe zampe sono parzialmente rivestite di setole. Si nutre soprattutto di insetti e piccoli roditori che, come tutti gli strigiformi, è capace di ingoiare interi. Le sue abitudini non sono solo notturne, così è possibile osservarla mentre caccia anche di giorno. Il canto della civetta, a differenza di tutti gli altri rapaci notturni, è molto articolato e complesso ed è composto da messaggi sonori diversi che vengono usati in periodo riproduttivo o come segnali territoriali. Essendo una specie prevalentemente insettivora risente molto dell'uso di pesticidi che riducono la disponibilità di prede. Nell'antico Egitto si credeva che il suo verso fosse presagio di morte e durante il medioevo veniva associata alla stregoneria. Nell'antica Grecia la civetta era considerata sacra alla dea Atena (da cui il nome del genere Athene) dea della sapienza, definita spesso nella poesia arcaica "Atena dagli occhi di civetta". La civetta è anche l'emblema della città di Atene, che proprio in Atena aveva la sua dea protettrice: le monete di Atene recavano spesso l'effige della civetta. Il nome della specie A. noctua ribadisce la sua natura di uccello notturno.
Per altre culture ancora, il significato simbolico della civetta cambiava a seconda della giornata in cui si presentava il volatile. Se veniva vista di giorno presagiva morte e disgrazia, se invece veniva vista di notte, la civetta portava buona fortuna.
Con il termine civetta si intende anche una donna vanitosa, leggera, che ama farsi corteggiare attraendo ammiratori con atti e vezzi per lo più leziosi e poco naturali. Questa usanza è data dal fatto che questo rapace, quando veniva usato dai cacciatori come richiamo per ingannare i piccoli passeriformi, li attraeva con un particolare modo di battere le ali, con inchini, ammiccamenti e altri atteggiamenti simili che costituisce un irresistibile spettacolo per le potenziali prede.
È un mito che le civette, come i gufi, possano ruotare la testa di 360 gradi. Questi uccelli possono effettivamente girare il collo di 135 gradi in entrambe le direzioni, il che dà loro 270 gradi di movimento totale. Secondo gli scienziati, adattamenti ossei, vasi sanguigni con serbatoi contrattili e una rete vascolare di supporto consentono alle civette di girare la testa così tanto senza far mancare mai sangue al cervello.
Differentemente dalla maggior parte degli uccelli, le civette non fanno praticamente rumore quando volano. Hanno piume speciali che spezzano la turbolenza in correnti più piccole, riducendo il suono. Le loro ali morbide e vellutate riducono ulteriormente il rumore.
Grillaio
Il grillaio è un uccello che appartiene all’ ordine dei Falconiformi e alla famiglia dei Falconidi
Il Grillaio (Falco naumanni) è un rapace di piccole dimensioni, che misura da 30 a 35 centimetri dalla testa alla coda e la cui apertura alare è di circa 70 centimetri. Il maschio ha parti superiori rosso mattone senza macchiette nere, parti inferiori fulve; la coda presenta una larga banda nera vicino alla punta che è bianca. La femmina ha le parti superiori bruno ruggine, striate di nero e coda color ruggine anch'essa striata e con banda nera terminale. Il Grillaio somiglia a un piccolo Gheppio da cui si distingue, oltre che per le dimensioni ridotte, per la assenza di mustacchio e di macchie nere sul dorso nei maschi e per le unghie bianche (nere nel Gheppio), Si alimenta di invertebrati come cavallette, coleotteri, grillitalpa, insetti vari che coprono circa l'80% della sua alimentazione. Riesce comunque a predare con successo rettili come le lucertole e, occasionalmente, piccoli roditori terricoli. Nidifica spesso nelle vicinanze di insediamenti umani, in anfratti e buchi di rocce, nelle cavità di grossi tronchi o sotto le tegole dei tetti. Questo piccolo falco è stato riconosciuto dall'Unione europea come "specie prioritaria ai fini di conservazione". Le popolazioni apulo-lucane sono considerate fondamentali per la conservazione di questo rapace a livello europeo: sono particolarmente numerose le colonie di grillai che si formano a Matera e nel territorio delle Murge Materane, dove, tra marzo e aprile, centinaia di individui vi arrivano dai luoghi di svernamento, per nidificare; spesso le coppie occupano gli stessi siti di nidificazione dell'anno precedente; al termine dell'estate i grillai intraprendono il loro viaggio di ritorno verso i siti di svernamento, nel continente africano, al sud del Sahara.